UNA NUOVA DIMENSIONE DI AZIONE CATTOLICA PER UNA CHIESA IN USCITA.
PIEDIMONTE
MATESE - Durante i quattro giorni dell'Incontro Nazionale delle Presidenze
Diocesane di Azione Cattolica, tenutosi presso il “Centro Internazionale Mariapoli”
di Castel Gandolfo, sono stati affrontati tanti problemi attuali come la
conversione ecologica, la bellezza e l'innovazione, con la consapevolezza di tutte le difficoltà dell'epoca
che stiamo vivendo. La popolazione urbana ha superato quella rurale, la crisi
socio ambientale che attraversiamo ha

portato a cambiamenti del tessuto urbano
e della vita sociale. Si è parlato anche di “urbanistica tattica”,
un modo di cambiare le città senza spendere troppi soldi e usando
diversamente lo spazio: alcuni esempi si iniziano a vedere anche in Italia. I
giovani presenti

hanno manifestato le loro perplessità per il tipo di vita
caotica, quasi frenetica, che si svolge nelle nostre città che le rende
invivibili. Quello dell’Urbanistica tattica rappresenta un approccio
interessante che prevede diversi tipi di azioni – a volte fatte direttamente
dai cittadini, altre dalle amministrazioni locali – che hanno lo scopo di
migliorare gli spazi pubblici per renderli più utili e piacevoli per chi li usa,
pertanto più vivibili. Tra i maggiori punti di debolezza individuati
nelle nostre comunità ecclesiastiche sono le

Parrocchie vuote, le famiglie in
crisi, la difficoltà nei rapporti relazionali sia culturali che educativi. Assistiamo
praticamente, hanno detto gli esperti che hanno partecipato all’Incontro
Nazionale di Castel Gandolfo, ad una sorta di
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“deculturalizzazione”, c'è
bisogno quindi di “riculturalizzarci” partendo dalle relazioni di
prossimità e dalla cura dell’altro. Nelle nostre comunità, bisogna ripensare
quindi ad una Azione Cattolica, in uscita, che partecipa, propone e pensa ad
una città che vive la transizione. Nel Gruppo di Confronto n. 21, a cui ho
preso parte, guidati da S.E. Mons. Michele Fusco (Vescovo della Diocesi
di Sulmona) ci siamo confrontati cercando
di raccontare i nostri territori e in che modo li viviamo. Come viviamo le giornate
nelle nostre comunità, In quali contesti e dentro a quali relazioni. Ci siamo
lasciati consapevoli che le sfide che dovrà affrontare l'Azione Cattolica per
essere “chiesa in uscita” sono tante. Bisogna essere “lievito
costante di speranza” prendendosi cura dell’altro, ha sintetizzato Mons. Michele
Fusco, non solo, ma anche saperlo
comunicare alle comunità che viviamo nel modo giusto. La vera sfida, quindi, per
essere “lievito di speranza” è rappresentato anche dalla ricerca di nuove forme
di dialogo con la comunità. L’Azione Cattolica che sogniamo per una “chiesa in uscita”, deve avere una
presenza significativa nella comunità ecclesiastica, essere aperta al
confronto, essere umile e al servizio
degli altri. Tante novità, progetti, esperienze e tanti i sogni per il futuro
adesso però tocca a noi farli diventare realtà.
Pietro
Rossi
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